venerdì 29 agosto 2014

VENEZIA 71. GIORNO 2 (Giovedi 28 Agosto)

MESSI, di Alex De La Iglesia (giornate degli autori)

Alex De La Iglesia ha  da sempre dimostrato di possedere un talento visionario fuori dal comune. Le aspettative per un documentario eccellente c'erano tutte data la firma del regista e lo sviluppo che, soprattutto negli ultimi anni, i documentari stanno avendo. Invece Messi è un film non riuscito, che cerca di raccontare più da vicino la storia di uno dei giocatori più forti al mondo, ma non resta che in superficie. Mescolando interviste con calciatori, ct, insegnanti scolastici ed amici d'infanzia a sequenze di fiction, il regista si ferma al primo step nel suo raccontare, quello delle curiosità (che tra l'altro, a ben vedere non sono poi così tante) per poi passare ad osannare il suo beniamino innalzandolo alla figura di Santo. Un consiglio, se volete guardare qualcosa sulla Pulce, recuperate un servizio della vostra trasmissione sportiva preferita.


THE PRESIDENT,  di Moshen Makhmalbaf (orizzonti)

Il film d'apertura della sezione Orizzonti, convince solo a metà. La storia di un dittatore spietatissimo di una nazione immaginaria, che da un giorno all'altro, a causa di un colpo di Stato, si troverà costretto a nascondersi tra il suo popolo che tanto lo odia, regala delle sequenze davvero memorabili e toccanti, di una violenza fisica e psicologica non indifferente, capaci di far riflettere sulla responsabilità delle proprie azioni in una maniera poco indagata dal grande schermo. Però bisogna anche ammettere che alcune scelte stilistiche sono davvero elementari e poco convincenti (primo fra tutti un finale buonista e retorico che stona con il cinismo del resto della pellicola). Makhmalbaf aveva già dimostrato di essere un buon regista più che altro attento alla messa in scena e alla recitazione degli attori, peccato per i contenuti tematici davvero altalenanti.


LA VITA OSCENA, di Renato De Maria (orizzonti)

Purtroppo, il film più brutto (sinora) presentato alla mostra del cinema è un film italiano. Tratto da un romanzo autobiografico scritto da un ex tossicodipendente che riesce poi a uscire dal tunnel delle sostanze e dalla sua depressione, il film di De Maria fa acqua da tutte le parti proponendo una regia vorticosa, non funzionale alla tematica, multimediale ma a tratti grezza e davvero antica. Il problema maggiore dell'opera però risiede nei contenuti. Infatti la droga è un argomento serio e rischioso. Trattarlo in modo superficiale ed ingenuo, potrebbe risultare offensivo e poco rispettoso per tutti coloro che con tale piaga combattono quotidianamente. Da dimenticare.

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