Impegnato sul set di Blade Runner 2 (e per questo assente alla cerimonia di presentazione del suo ultimo film), il regista canadese Denis Villenueve si è "esercitato" nel genere fantascientifico con questa opera prima di imbarcarsi nella rischiosa avventura del remake di uno dei titoli portanti del genere.
Arrival prende le mosse da una trama semplice e lineare (gli alieni arrivano sulla Terra senza palesarsi esplicitamente e gli umani vogliono cercare una via di comunicazione per capire le loro intenzioni) per cercare di stupire il pubblico con una regia indovinata e precisa. Villeneuve ha già abbondantemente dimostrato di saperci fare e ancora una volta si riconferma, soprattutto in una prima parte solida e ritmata capace di regalare sequenze notevoli giocate su pochi elementi.
Il problema del film però ricade tutto in una sceneggiatura poco incalzante nella parte centrale e decisamente elementare sul finale. Strizzando l'occhio alle opere firmate da Christopher Nolan (il montaggio parallelo, le diverse dimensioni temporali, il rapporto tra genitori e figli), Arrival si incarta e non riesce più a rimettersi in carreggiata volgendo verso una soluzione sbrigativa e approssimata che poco gli si addice.
#peccato
P.S. da notare la magistrale colonna sonora composta dal fidato Jóhann Jóhannsson
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