sabato 7 settembre 2013

VENEZIA 70, Giorno 10 (6 Venerdi)

10.1 STRAY DOGS, di Tsai Ming Liang (concorso)

Nel bene o nel male, siamo di fronte al film più controverso e folgorante del festival. Il veterano regista cinese firma quella che lui stesso ha dichiarato essere la sua ultima opera e lo fa estremizzando il cinema. Nel bene o nel male, non si potrà rimanere impassibili di fronte a un'opera così. C'è chi l'ha amato alla follia e chi l'ha trovato come l'opera più disgustosa del festival. Per quanto mi riguardo, non saprei da che parte schierarmi. Il film è di indubbia qualità tecnica. E questo è un bene. Ma l'idea cinematografica di Tsai Ming Liang è un'idea troppo ostile allo spettatore e troppo estrema. Il regista lavora per "quadri". Le sue inquadrature sono di straordinaria bellezza artistica, colori vivaci, profondità di campo, perfezione compositiva. Sono inquadrature statiche e lunghissime. Per circa 10 minuti osserviamo una sorta di quadro vivente. L'emozione arriva là dove un attore inizia a piangere sempre nello stesso "quadro" e noi con lui, senza montaggio. Si respira disarmo nel racconto del film, si respira umanità e disgrazia. Però comporre una pellicola di 2 ore e 20 in questa maniera è estremo (come già detto), per poi arrivare nella mezz'ora finale dove si sfiora la video arte (cosa che personalmente non gradisco al cinema) e dove il regista forse si diverte facendo il furbo e lasciando intuire a ogni spettatore ciò che lui vuole intuire. Certo che però il film rimane dentro, un segno indelebile. Ma sarà nel bene o nel male? Ancora non so dirvelo.

Voto: non classificabile



10.2 AMAZONIA [3D]

E così, dopo 10 giorni di cinema, siamo arrivati al film di chiusura della rassegna. Eravamo partiti con Gravity, film presentato fuori concorso e girato in 3D. Chiudiamo con questo Amazonia che rispetta le stesse proprietà, un film presentato fuori concorso e girato in 3D. Un cerchio che si chiude insomma. Molti erano scettici sulla scelta di questa pellicola come chiusura del festival, invece il film si rivela un'operazione simpatica e curiosa, senza troppe pretese, ma piacevole e non scontata. Per circa 90 minuti seguiamo le avventure di una piccola scimmietta nata in cattività ma poi smarritasi nella giungla. Dovrà fare i conti con il mondo selvaggio. La terza dimensione è ben calibrata, le immagini sono a volte sorprendenti e ci regalano sequenza davvero sbalorditive a là National Geographic. Animali, fiumi, flora, tramonti servono anche per amplificare la denuncia finale del film contro lo sfruttamento dell'ambiente da parte dell'uomo. 

Voto: 3/5

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