domenica 1 settembre 2013

VENEZIA 70, Giorno 4 (31 Venerdi) - parte 1

4.1 CHILD OF GOD, di James Franco (concorso)

Tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy, Child Of God è la prova che il poliedrico e giovane regista americano James Franco ci sappia davvero fare con il materiale su cui si mette al lavoro. Forse questa pellicola non rischia più del dovuto, ma sicuramente non si tratta di un film facile da realizzare. Franco scava nella personalità di un emarginato, un reietto della società, un uomo sporco, disturbato e dagli istinti infantili. Il protagonista, degnamente interpretato da Scott Haze, rimane sullo schermo per tutta la durata del film, borbottando frasi a sè stesso o alle sue prede ma senza quasi mai instaurare un vero e proprio dialogo. Un uomo solo e malvagio, ma, anche lui, un figlio di Dio, che rinasce dalle viscere della terra in un finale forse leggermente stringato ma sicuramente d'impatto. Franco ci fa respirare la puzza del male e la puzza del fango, inquadrando l'uomo e le sue relazioni (in primis con se stesso) al centro di tutto, in un percorso che in qualche modo ricorda molto quello di Joe, altro film presentato in concorso al festival pochi giorni fa, anche se, sempre rispetto a quel film, viaggia ad un marcia inferiore.

Voto: 3/5



4.2 PHILOMENA, di Stephen Frears (concorso)

Dichiariamolo sin dall'inizio, Philomena è sinora il film più emozionante visto in concorso e non solo qui alla mostra del cinema. Frears torna allo splendore a cui ci aveva abituati e lo fa quasi lavorando di contrasto rispetto a una tendenza cinematografica molto giovanile sia per autori che per stile e contenuti che sta caratterizzando il festival ma non solo. Una pellicola semplicissima, lineare, senza nessun virtuosismo particolare ma con il solo obiettivo di emozionare lo spettatore. Philomena lascia incollati alla sedia, con una storia quasi incredibile e meravigliosamente umana. Si ride e si piange in continuazione, in maniera delicata ma indelebile al tempo stesso (gran parte del merito però va riconosciuto anche alla sceneggiatura). Per arrivare ad un finale lungo il quale verrebbe voglia di alzarsi dalla sedia e gridare contro i personaggi sullo schermo come un film non succedeva da moltissimo tempo. E se poi ci mettiamo una Judi Dench in splendida forma (come al solito), allora non possiamo che avere voglia di rivederlo. Toccante.

Voto. 4/5

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