mercoledì 4 settembre 2013

VENEZIA 70, Giorno 7 (3 Martedi) - parte 2

7.3 MOEBIUS, di Kim Ki-Duk

Dopo essersi meritato il leone d'oro nella scorsa edizione del festival con Pietà, Kim Ki-Duk torna al lido per presentare fuori concorso il suo film più estremo. Moebius, primo film censurato in patria dopo 25 anni di via libera, non ha nessuna intenzione di mettere a suo agio lo spettatore, anzi, lo coinvolge in una storia malata e violenta. Una storia che il maestro orientale osa girare senza scrivere nemmeno un dialogo, ma giocando solo sugli sguardo e sulle azioni dei protagonisti. Per 90 minuti non sentiremo nemmeno una parola, ma la bravura del regista sta proprio in questo, non annoiare ma coinvolgere nonostante questo enorme ostacolo. Per quanto riguarda la materia trattata diciamo che forse Ki-Duk questa volta si è divertito un po' troppo. Lasciandosi scappare la mano sia nella violenza, mostrata inizialmente in maniera davvero cruda ed esplicita ma che a lungo andare sfocerà quasi nel grottesco, sia nella storia, in cui incesti, stupri e repressioni sessuali sono sullo sfondo di quella che potrebbe essere definita una tragedia greca ambientata in Corea. Le premesse per riproporre un altro enorme film del calibro di Pietà c'erano tutte, peccato solo che con Moebius sembra davvero essere sfuggito qualcosa. Comunque sia, se i risultati di un lavoro "distratto" sono questi, il coreano lascia sperare benissimo.

Voto: 3/5



7.4 STILL LIFE, di Uberto Pasolini

Un'opera molto interessante quella dell'italiano Uberto Pasolini, noto produttore italiano qua alla sua seconda regia. Un film con al centro un uomo solo con una bizzarra professione, gestire i funerali di persone che sono sole come lui e che dunque non avrebbero nessuno che organizzerebbe la cerimonia per loro una volta passati ad altra vita. Pasolini opta per uno stile delicato, lento nei suoi tempi ma non prolisso e si concentra molto sulla direzione degli attori che lo ricompensano più che degnamente. Nel finale purtroppo si condensano tutti gli errori di questa pellicola che cresce bene ma poi si banalizza un po' sia per la scelta narrativa che per l'ultima inquadratura piuttosto semplice e retorica. Ma comunque i minuti precedenti non si cancellano e non si dimenticano. Sicuramente non è l'enorme capolavoro che in monti hanno annunciato al Lido, ma rimane un'opera più che sufficiente, delicata e spiazzante. 

Voto: 3/5



7.5 HARLOCK: SPACE PIRATE [3D]

Il giapponese Shinji Aramaki dirige questa epica pellicola in pieno stile anime (questo il nome con cui vengono chiamati i lavori d'animazione giapponesi). Lo fa però utilizzando una tecnica grafica davvero straordinaria che sta migliorando sempre più anno dopo anno. Scordatevi il "fotorealismo" di Final Fantasy, qua si viaggia a livelli molto più alti. Sia per la perfezione dei dettagli sia per le scelte dei movimenti di macchina. La tecnica però non può salvare un intero film, ancora peggio se questo film dura 2 ore e se  tratto da una delle saghe giapponesi più amate e seguite. Harlock è un personaggio ormai leggenda, e gli autori del film si assumono una grossa responsabilità correndo il rischio di far arrabbiare i fans più accaniti della saga in quanto il personaggio subisce una lettura sia contenuticamente che narrativamente parlando che potrebbe essere apprezzata come odiata profondamente. Detto ciò, sul piano narrativo il film non regala nessuna perla indimenticabile e sembra essere un po' stanco e verboso, cosa che alla lunga stufa. Ma l'uso sapiente del 3D e tutte le qulità già espresse, lo rendono comunque meritevole di una visione.

Voto: 3/5

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