mercoledì 4 settembre 2013

VENEZIA 70, Giorno 7 (3 Martedi) - parte 1

7.1 UNDER THE SKIN, di Jonathan Glazer (concorso)

Jonathan Glazer, famoso più che altro per i suoi lavori nel mondo dei videoclip, sembra davvero spaesato e poco affezionato alla materia che tratta. Un alieno sbarca sulla terra con lo scopo di studiare gli uomini. Prima li seduce grazie alle sue forme, e poi li uccide. Va da sè che con il procedere dei minuti la nostra protagonista inizierà a provare sentimenti più umani per poi ritornare ancora spietata ecc. Poca carne al fuoco, pochi contenuti e pochissimi guizzi rendono Under The Skin un film decisamente vuoto e prolisso, che si trascina malamente per poco meno di due ore mettendo a dura prova la pazienza degli spettatori. Ogni incontro con le diverse prede che l’alieno incontrerà, rimane chiuso in se stesso, isolato dal contesto. Brutalità, cattiveria, umanità, altruismo. Sembra che Glazer voglia fare una sorta di radiografia della razza umana aprendo e chiudendo capitoli brevissimi. Ma innanzitutto non è un buon modo di procedere, secondariamente i diversi episodi non sono approfonditi come dovrebbero e toccano un minimo interesse solo quando puntano a un pathos piuttosto furbo ed elementare (leggi la figura del freak). Qualcosina di buono la possiamo trovare nelle prime sequenze, dove il regista sembra attingere al campo cinematografico che più gli compete, quello dei video clip. Fotografia abbagliante, suoni elettronici, fondali astratti e molti riflessi. Ora però, purtroppo per lui (e di conseguenza per noi) Glazer non ha ben chiaro  in mente che il cinema e la video arte sono due mondi diversi. Dunque, accantonata questa prima parte iniziale, il film sprofonda notevolmente, inseguendo uno scopo che non gli è chiaro e puntando tutto su una Johansson spenta e poco convincente.

Voto: 1/5



7.2 THE ARMSTRONG LIE, di Alex Gibney

Presentato nella sezione Fuori Concorso Proiezioni Speciali, quello di Alex Gibney è un riuscitissimo documentario. Una storia che sfiora l’incredibile, soprattutto per la sua importanza sportiva, viene messa sotto la lente d’ingrandimento del regista che da primo tifoso del ciclista americano, è anche il primo a rimanere scotto dalle interviste rilasciate dal suo beniamino. Lance Armstrong vinse 7 Tour de France consecutivamente. Paladino dello sport in quanto risultato sempre positivo ai controlli anti doping e in quanto esempio umano da seguire (Lance uscì vincitore dalla lotta contro il cancro prima di iniziare a vincere in pista). Il film segue passo per passo le sue avventure sportive e non intervistando le persone che più gli sono state vicine. Ma lo fa prendendo le mosse dalle dichiarazioni shock di qualche mese fa in cui il campione affermò di essersi sempre “drogato” per riuscire a vincere. Dottori, giornalisti, compagni di squadra, amici e Lance in prima persona si mettono a nudo nel film. Un mosaico toccante e riuscito che sarà apprezzato sia dagli appassionati di ciclismo sia dai neofiti. Infatti un altro pregio della pellicola è quello di spiegare per filo e per segno ogni singolo aspetto delle corse (tattiche, visite mediche, allenamenti) senza dare nulla per scontato. Si racconta di Armstrong, ma si racconta anche di tutta una macchina politico-organizzativa che sta dietro le quinte di quello che da molti è definito lo sport più facile del mondo. Unica pecca, la durata un po’ eccessiva.

Voto: 3/5

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